Filippo di Sambuy, nobile e artista “L’Arte è la consapevolezza della Vita, attraverso l’Amore”
Ticinolive, 9 settembre 2017
“L’amore svela la Realtà al di là
dell’illusione. Comprendere e’ un atto di amore e l’amore si trova in
coloro che si rivolgono alla grandezza della Vita e non agli oggetti che
rendono schiavi e avidi. L’arte nelle sue varie espressioni, fa parte della consapevolezza
di questa Vita tramite l’amore. Il divino e’ dentro di noi e mai al di fuori.”
Il Conte Filippo di Sambuy, artista che a Lugano ha partecipato a
POESTATE 2017 e a Cortona ha presentato le sue opere nella serie “Svasti” si
racconta a Ticinolive.
Conte Filippo di Sambuy, lei riesce a
coniugare bellezza e materia. Ovvero, per esempio, riesce a rendere un
pavimento in qualche modo “spirituale”, grazie ai suoi mosaici. Qual è il suo
segreto artistico?
Vi sono anime che difendono il proprio egoismo, anime che conservano cio’ che
hanno e anime che depongono il fardello di ogni ordine e grado e, in un
silenzio coraggioso, prendono la via Metafisica dell’ Infinito.
Da quando ha cominciato a dedicarsi all’arte?
Non me lo ricordo piu’.
Le sta più a cuore la pittura, con le sue forme morbide e voluttuose, o la
voluttà geometrica del mosaico? Con quale delle due tecniche preferisce
lavorare?
Purtroppo mia cara, non ho scelto il tempo in cui vivo e opero dove tutto e’
condizionato e mistificato da incompetenti senza passione per la bellezza ,non
c’ e’ grande intelligenza nelle Arti! Ma tornerà! La cosa che mi sta piu’ a
cuore e’ il Cuore stesso!
Tecnica e spiritualità, teknè e psyké, sorelle o
nemiche?
É un sofisma? Anche per piantare un pomodoro ci vuole una tecnica.
Com’è essere un artista nel secolo in cui la contemporaneità sembra aver
rinnegato l’arte?
L’ arte e’ il manifesto della realta’ qualche volta la precede qualche volta
l’insegue.
A parer suo sarebbe possibile recuperare la bellezza fine a se stessa? La
wildeiana Art for art’s sake?
Art for art sake… But money for God sake!
Viaggiando tanto, ha modo di conoscere l’arte in tutti i suoi luoghi oltre
che nelle sue molteplici forme. Quali sono le differenze territoriali che
l’hanno maggiormente colpita?
Stare con i Masai negli altopiani del Kenia, dove tutto quello che fanno e’
arte e bellezza ,musica e magia ,signori della terra …Non hanno un termine per
confine tantomeno per proprietà, le Origini.
Torino, la sua città. Francesizzante e nobiliare,
splendente di marmi e oro antico, luogo di studio per illustri letterati, come
l’Alfieri. Cosa porta nel cuore di questa città, quando è altrove, per le sue
mostre?
Torino vive il presente, trasformando la sua identità. La sua presenza e’
creativa ma silenziosa …metafisica ma movimentata, sempre Stupefacente! E’ in
ogni mio respiro.
Arte: musa fugace e fuggente, o divinità che si può domare? C’è qualcosa di
divino nelle sue creazioni artistiche?
L’amore svela la Realtà al di la’ dell’illusione. Comprendere e’ un atto di
amore e l’amore si trova in coloro che si rivolgono alla grandezza della Vita e
non agli oggetti che rendono schiavi e avidi. L’arte nelle sue varie
espressioni, fa parte della consapevolezza di questa Vita tramite l’amore. Il
divino e’ dentro di noi e mai al di fuori.
Tra le sue molteplici attività artistiche, c’è quella al Vittoriale di
D’Annunzio con il Direttore Giordano Bruno Guerri, per cui ha eseguito ritratti
dedicati al Vate. Cosa pensa dell’ultimo poeta coronato, del secolo scorso,
cantore decadentista della grandeur di fine secolo?
L’ultimo dei grandi poeti che usano la lingua italiana, dunque fa parte della
cultura Italiana e per questo mondiale. Anche lui demolito dalla cultura
“sinistra “del dopoguerra…Ma Giordano Bruno Guerri sta facendo un ottimo lavoro
per riabilitarlo . A chi sa’ ancora leggerlo, s’intende…
Poi c’è stata l’esperienza di POESTATE2017, a
Lugano, nella quale ha coniugato la sua arte alla poesia di Fosco Valentino.
Come le è parsa quest’esperienza?
Bella ricca e da ripetersi, Poestate e’ stato per me una rivelazione non solo
poetica. Grande Armida! Fosco, un visionario dell’arte.
E a Cortona, per la serie “Svasti” ha presentato un pavimento da lei
realizzato in un vortice virtuosistico di mosaico…Il nome della serie Svasti
ricorda il simbolo del sole indoeuropeo?
Sva_sti in sanscritto significa letteralmente essere bene o stare bene o ancora
benedizione! Non lo sapevo fino a pochi mesi fa e sono un cultore dei simboli
..dunque ho voluto comunicarlo ad altri come potevo,nient’altro.
Nella primavera del 2018 all’ ARTE CERRETA, parco di sculture di Paola
Butali, in Umbria realizzerà il secondo suo progetto della serie “Svasti”. È un
progetto che prevede un itinere di presentazioni, dunque?
Liletta Fornasari storica dell ‘arte di Arezzo ha proposto Svasti alla Signora
Paola Butali che ha creato un parco di sculture alla Cerreta un azienda che
domina il lago Trasimeno ,un posto meraviglioso, oasi naturalistica inspirante.
Grazie alla loro passione e alla loro dedizione si e’ potuto fare il pavimento
in graniglia di marmo davanti al Duomo di Cortona e presentare al museo,
difronte alla cattedrale, il progetto per la nuova Opera nella sala di Luca
Signorelli. Questo e’ una vera emozione per un creatore. Molto grato a Loro e a
Cortona posto unicissimo , culla dell’ Arte da Angelico a Severini. In
primavera inaugureremo il nuovo progetto di Svasti nel parco e lì rimarrà.
Per concludere. C’è una frase che possa racchiudere l’essenza della sua
arte?
Immateriale ma post democratica…
Filippo di Sambuy.
Intervista a cura di Chantal
Fantuzzi